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Questa settimana terrò una serie di lezioni al Liceo Socrate di Roma, nell’ambito di un progetto pilota per l’educazione economica e finanziaria nelle scuole italiane e britanniche. Il corso è stato finanziato dall’Impact Funding della facoltà di Business & Law della Northumbria University di Newcastle upon Tyne (e grazie al prof. Marco Zerbino del Socrate per il sostegno e l’ospitalità).

Sono numerose le indagini da cui risulta che il grado di educazione economica e finanziaria degli italiani è fra i più bassi fra i paesi avanzati. Il dibattito sull’educazione economica nelle scuole si concentra molto spesso sulla “gestione del patrimonio”. Si tratta senza dubbio di una tema importante, anche perché sono maggiormente i giovani e gli individui con reddito più basso – categorie spesso sovrapposte – i più esposti alle conseguenze negative di una carente alfabetizzazione finanziaria (ne ho parlato in un articolo scritto con Giovanni Carnazza e pubblicato su lavoce.info).

Ma la questione ha implicazioni che vanno ben oltre. In una lettera al figlio Delio, Antonio Gramsci scriveva: “Io penso che la storia ti piace, come piaceva a me quando avevo la tua età, perché riguarda gli uomini viventi e tutto ciò che riguarda gli uomini, quanti più uomini è possibile, tutti gli uomini del mondo in quanto si uniscono fra loro in società e lavorano e lottano e migliorano sé stessi, non può non piacerti più di ogni altra cosa”. La storia è una materia davvero bellissima. Possiamo allora domandarci: si può capire la storia senza sapere nulla di economia? I ragazzi e le ragazze delle nostre scuole superiori, ad esempio, possano studiare la storia moderna e contemporanea senza conoscere come funziona il bilancio di uno stato, senza sapere che cosa è e come opera una banca centrale, senza avere idea di che cosa sia il mercato azionario o come possono essere organizzati diversi sistemi fiscali o pensionistici?

È evidente che tutto ciò riguarda anche la formazione di cittadini in grado di partecipare con consapevolezza e capacità critica alla vita democratica del nostro paese.

Fortunatamente in Italia si stanno moltiplicando le iniziative di questo tipo. Credo sia una buona notizia (segnalo a questo proposito il ciclo di video-lezioni per le scuole secondarie organizzato dall’Associazione Italiana per il Pensiero Economico. È stata appena pubblicata l’ultima lezione su “I nuovi economisti eterodossi”, a cura di Marco Veronese Passarella).

Di seguito il programma del corso al Socrate:

Lezione 1: i concetti base
1) Perché è importante lo studio dell’economia.
2) Che cos’è il Prodotto interno lordo (PIL) e come lo si misura.
3) L’inflazione e il tasso di disoccupazione.
4) Il legame empirico fra crescita economica, disoccupazione e inflazione.
5) Il sistema economico come una interazione fra flussi e stock di denaro, merci, fattori produttivi. Economia reale e sistema finanziario.

Lezione 2: i modelli macroeconomici
1) Il mercato del lavoro nel modello neoclassico
2) L’equilibrio macroeconomico nel modello neoclassico. Utilizzare il modello per analizzare la realtà: quali conseguenze può avere un aumento dell’immigrazione sul mercato del lavoro domestico? Quali effetti può avere l’introduzione di un salario minimo orario?
3) Il sistema Keynesiano e il concetto di equilibrio di sottoccupazione.
4) Il concetto di moltiplicatore fiscale: in tempi di crisi lo stato dovrebbe risparmiare come fanno i cittadini più previdenti o spendere di più per rilanciare l’economia? Argomenti a favore e contro le politiche anticicliche. Il problema del debito pubblico.

Workshop (Lezione 3): Laboratorio
1) Dove trovare dati attendibili sulle principali variabili macroeconomiche.
2) Elaborazioni dei dati con Excel e confronti fra diversi paesi.
3) Discussione moderata dall’insegnante.